GIORDANIA! UN VIAGGIO DA SOGNO

Un incredibile tour in una terra che ha dell'incredibile

Tour di gruppo Giordania: 7 notti Aprile 2022

Giorno 0: Recco - Amman

Il nostro viaggio parte dalla Liguria, più precisamente da Recco in direzione Aeroporto Orio al Serio, intorno alle 10 del mattino.
Superiamo fortunatamente illesi il tratto autostradale ormai al pari di una pista ciclabile, visti i lavori eternamente in corso e arriviamo al parking Orio.20 (che seppur più distante, ma con un servizio navetta h24 e una prenotazione online, ha una cifra estremamente competitiva rispetto agli altri posteggi).
Arrivati in aeroporto circa tre ore prima facciamo subito il check-in, dove richiedono i documenti necessari.
Fate attenzione di essere in possesso  di un'assicurazione sanitaria, altrimenti il rischio di non partire è molto alto.
Una volta superati i controlli, avendo un po' di tempo ci concediamo un pranzo veloce e un giro al duty free.
Il nostro volo è previsto per le 16.35 e con un piccolo ritardo recuperato in volo in un aereo della Ryanair mascherato da Malta Airwais dopo 4 ore arriviamo ad Amman, capitale della Giordania, ora locale un'ora avanti rispetto all'Italia.
Veniamo accolti subito dal corrispondente  che ci fornisce i documenti necessari per superare il controllo passaporti e un visto per l'accesso al paese.
Usciti dall'aeroporto scopriamo nonostante abbiamo controllato il meteo più e più volte che non c'è una grande escursione termica, ma una temperatura asciutta e piacevolmente tenue che si aggira intorno ai 16 gradi.


Insieme a noi si aggregano almeno una quarantina di persone: saliamo su un pullman di nuova generazione per raggiungere in poco meno di un'ora il nostro hotel dove passeremo le prime due notti: il Days Inn Hotel, un quattro stelle con un'ampia camera e salotto; seppur nel complesso risulta un elegante hotel, di certo avrebbe bisogno una rinfrescata.
Fortunatamente, nonostante siamo in abbondante ritardo rispetto all'orario di cena, ci viene lasciata aperta la sala ristorante con un buffet che soddisfa anche le nostre esigenze vegetariane.
Ci viene comunicato che il giorno dopo il ritrovo sarebbe stato alle 8.10 in reception alla scoperta della capitale e dintorni; appreso con dolore che non sarà una vacanza di riposo, andiamo in stanza ormai superato l'1.00 di notte, cercando di dormire un po', evitando così l'effetto cadavere del giorno dopo.

Giorno 1: Amman- - Fortezza di Ajlun- Jerash

La sveglia delle 6.30 non ha aiutato il nostro già provato sonno ad essere in perfetta forma, ma come si dice, il mattino ha l'oro in bocca.
Scendiamo per una colazione continentale senza dubbio abbondante e ci prepariamo per la mattinata; scegliamo di mettere un jeans e una maglietta, portando dietro un maglioncino leggero, in quanto in Medio Oriente, seppur meno bacchettoni rispetto ad altri posti, non vedono di buon occhio le braccia e le gambe scoperte (e i tatuaggi).


Conosciamo Giuseppe, una guida locale che ha conquistato la mia simpatia, lasciando 2 ospiti a piedi dopo aver atteso 10 minuti.

Partiamo per la volta della Cittadella attraversando downtown, la zona vecchia ad est.
Giuseppe ci spiega che la Giordania è stata fondata nel 1921, ma in passato è sempre appartenuto al grande territorio della Siria.Prima di allora non esistevano abitazioni; le prime case risalgono al 1922, ma un terremoto le ha buttate giù, per cui le abitazioni costruite risalgono al 1929.

Amman sorgeva su sette colline; ad oggi ne conta 23, modernizzando tutta la zona ovest, raggiungendo 4 milioni di abitanti solo nella capitale su 6 milioni in tutto lo stato.
La cittadella ricorda un po' l'acropoli di Atene, seppur più diroccata a causa sempre dei terremoti. Giuseppe ci rassicura dicendo che la Giordania essendo sismica, avviene un terremoto ogni cento anni; in effetti dopo un covid e una guerra ci sembrava giusto essere in pieno centenario sismico.

Dopo aver visitato la Cittadella e ciò che rimane della Necropoli, ci spostiamo verso l'Acropoli, un teatro romano in perfette condizioni, che seppur romano è stato costruito dai Greci!
E qui ho scelto la sfida del giorno: salire in cima al teatro; nonostante abbia lasciato un polmone, sono arrivato in cima alla salita sapendo che la discesa sarebbe stata una passeggiata. Peccato che abbia dimenticato che soffro di vertigini.


Ripreso il bus e superato il caos cittadino, lasciamo spazio a colline verdi ricche di ulivi ed eucalipto, spostandoci verso la zona ovest, avvicinandoci ai confini con  l'Aurabia Saudita, per arrivare alla fortezza di Ajlun, dove Saladino, nel 1189, paladino curdo dei musulmani, difese dalle crociate questa zona posta sulla collina più alta della città.
Mezz'ora di visita per proseguire il tour.


Giovanni, nonostante l'età media di anzianotti con noi, ci fa correre da un sito all'altro.
Risaliamo sul bus e il traffico si fa sentire; questa mattina siamo andati lisci perché  la guida ci ha spiegato che durante il Ramadan la città si sveglia più tardi; fortunatamente ha aggiunto che noi possiamo mangiare, bere e fumare, purché all'interno dei siti turistici, in quanto l'osservanza è valida per tutti.
Il tour prosegue verso Jerash, ma prima pranzetto in un ristorante vicino al sito archeologico che andremo a visitare.
Un pranzo a buffet, ma possibilità anche di panini con pollo o manzo; ovviamente, essendo vegetariani abbiamo optato per il buffet, una coca e un'acqua menta e limone dal colore improbabile ma con un gusto simile al virgin mojito. In realtà ci sarebbe stata la possibilità di vino o birra a prezzi molto più alti perché in molte parti è proibito berlo.
Finito il pranzo ci avviamo verso il sito archeologico, passando per la porta di Adriano; normalmente il tour prevede come prima tappa questo sito essendo molto grande e in pieno sole, ma per problematiche legate al Ramadan e aperture ritardate e chiusure anticipate, l'unica possibilità è stato farlo sotto un sole caldo, seppur fortunatamente secco.
Il sito è decisamente stancante, ma estremamente bello e ben tenuto: a partire dalla piazza ovale che porta verso Amman, dove un tempo era destinata per la via della seta, dell'oro e degli animali; le antiche colonne, l'anfiteatro e i templi di Diana e Giove, ci fanno compagnia tra gradoni e pietre.


Ciò che però ci ha sorpreso di più è la cura della città intorno e il verde rigoglioso dell'erba; difficilmente ci sono città mediorientali così ben tenute.
La nostra giornata si conclude con un'altra ora di bus e la cena in hotel.
Anche perché se pensavamo di esserci svegliati presto stamattina, domattina l'incontro è alle 7.30 alla reception.

Giorno 2: Amman - Monte Nebo - Madaba - Fortezza di Shobak - Piccola Petra

La sveglia è suonata alle 6 (che per noi sono ancora alle 5) uccidendo il desiderio di poter dormire un po' di più; da tenere presente che in stereofonia ogni notte, almeno due volte, di cui una alle 5, si può udire la preghiera, svegliando ogni istinto suicida.
Dopo una frugale colazione di uova, formaggio e dolcetti svariati, aspettiamo il nostro bus per caricare le valige in quanto oggi cambieremo hotel e ci dirigiamo verso il monte Nebo, sito famoso di pellegrinaggio, conosciuto come il monte in cui Dio fece vedere a Mosè la Terra Promessa poco prima di morire sullo stesso monte, seppur non si è mai trovata la sua tomba.
La camminata sul monte, vista la giornata ventosa ha ricordato un po' le nostre zone genovesi, ma nonostante l'aria e la foschia il luogo di culto è estremamente bello, con similitudini al Santuario di Padre Pio.


Proseguiamo in un laboratorio/shopping, dove fare acquisti.

Il viaggio continua a Madaba per visitare la chiesa greco ortodossa di San Giorgio, costruita nel 1878. La chiesa di San Giorgio è stata ricostruita dopo aver trovato parzialmente un mosaico del 500 D.C. che indica la mappa della Terra Santa; il mosaico è stato parzialmente distrutto da un terremoto nei secoli passati, ma indica chiaramente i principali siti biblici.
Riusciamo a strappare 5 minuti di tempo libero nella città vecchia di Madaba e come in una gara di Pechino Express, corriamo per comprare un uovo lavorato a mano con un sistema a mosaico; estremamente caro da fare un baffo all'uovo di Fabergè, ma vabbhè; si è in vacanza. 


Risaliti sull'autobus Joseph ci chiede se vogliamo visitare la fortezza di Shobak anziché quella di Kerak, in modo da avere più tempo e scombinare a nostro favore le successive tappe.
Superati circa 250 km dopo un pranzo a buffet in un Autogrill, lo scenario inizia a cambiare, lasciando le colline verdi di Amman per dare spazio a un paesaggio in principio stepposo e successivamente quasi desertico.
La fortezza si trova a 1400 metri all'altezza del mare; il bus percorre una strada talmente stretta che probabilmente farebbe fatica una moto, ma il nostro autista viaggia come se niente fosse
Non ci siamo soffermati ad ascoltare in quanto la fortezza e il panorama attorno a noi è estremamente bello, ricordandoci in parte il tavoliere di Puglia.
Finita la visita proseguiamo per un 30 minuti ancora, alla volta di Piccola Petra.

Piccola Petra è stata concepita per i viaggiatori, dove i Nabatei ospitavano nei caravan serraglio.
Il paesaggio quasi lunare lascia a bocca aperta; le immagini si commentano da sole.


Finita la visita, veniamo smistati nei vari hotel; noi come da programma abbiamo il Sella, un hotel in cima a una salita su una strada piuttosto trafficata.
L'ingresso della hall è molto carino, dove scopriamo la sala colazioni, mentre attraversando la strada (facendo molta attenzione perché i giordani pare non stiano molto attenti quando guidano) c'è il ristorante; la nostra camera è al primo piano e seppur piccola ha alcune pecche che avremo scoperto più tardi: sapendo di essere piuttosto calda come stanza hanno messo un condizionatore, ma sopra la testata del letto; inoltre, forse a causa del periodo del Ramadan il rumore delle macchine sulla strada è stato estremamente faticoso.
Dopo cena (i buffet sono all'incirca tutti molto simili) andiamo nella parte turistica del wadi musa (Petra è solo il nome del sito) e ci viene consigliato da Joseph il cave bar, un locale scavato nella roccia, dove eravamo d'accordo di incontrare alcuni ragazzi conosciuti durante il tour; qui finalmente si può bere alcool, in quanto solo i locali gestiti da cristiani permettono l'utilizzo di alcool, mentre per i musulmani è proibito; ma ovviamente solo all'interno; inizialmente ci eravamo seduti nei tavolini all'esterno, ma in questo caso solo analcolici. La zona turistica ricorda vagamente una movida da spiaggia spagnola, sorprendentemente frequentata.
Verso le 23 ci facciamo prendere dal taxi che ci aveva portato e cerchiamo di andare a dormire.
Domattina giornata intera dedicata a Petra.

Giornata 3: Petra

Altro giro, altra alzataccia: ma il motivo dello svegliarsi presto è ripagato al pensiero di andare a visitare una delle Sette Meraviglie del Mondo.

Arrivando alle porte di Petra si respira un’aria di poter vedere veramente qualcosa di meraviglioso, seppur un ottimo assaggio lo abbiamo avuto guardando Piccola Petra, che nonostante sia per l’appunto più piccola, non c’è il caos che si trova invece nell’importante sito.

Perché superate le tombe (in quanto ricordiamo che mentre Piccola Petra era la parte commerciale, Petra era la parte tombale, utilizzato come luogo sacro di riposo) entriamo in quello che viene definito il canyon: alzando gli occhi al cielo si è completamente avvolti da questa roccia altissima e perfettamente levigata, con colori sfumati di rosa; soprattutto il Siq, una gola rocciosa formata dall’allontanamento di una faglia geologica.
Parlavo di caos perché, nonostante si tenti di farsi una fotografia in solitaria, la missione non è semplicissima, in quanto nella maggior parte delle foto uscirà qualche turista sconosciuto a farvi compagnia.
Attraversata la non poca strada, ma che consiglio di visitare senza fretta, gustandosi ogni dettaglio, ecco che si arriva nel punto più famoso e conosciuto di Petra, diventato famoso anche per il film di Indiana Jones – l’ultima crociata, ovvero il Tesoro del Faraone (Al Khazneh).

Se potete, arrivateci al mattino presto per rendere più magico questo luogo, con meno visitatori, per poi godervi tra le 9 e le 11 la facciata del Tesoro illuminata dai raggi del sole (e lo stesso vale per il tramonto).

In ogni caso per fotografare in maniera ottimale il Tesoro, ci sono diverse possibilità, e nessuna è una semplice passeggiata, ma una bella sfacchinata; il consiglio di qualità e meno cammino è quello di appoggiarsi al sasso sulla destra appena uscito dal Siq, dove troverete un tappeto: bisognerà sborsare qualche soldo ai beduini, ma ne vale la pena.

Abbiamo parlato di sfacchinata minore, perché Petra non finisce qui, ma si prosegue lungo la strada principale per poi scegliere uno o più percorsi da fare… ovviamente tutti quanti a salire con gradini.

Noi abbiamo scelto il Monastero (Ad Deir); scelta meravigliosamente faticosa, dovuta agli 800 scalini scavati a mano nella roccia. Risultato: non ce n’era uno uguale; oltra alla fatica, quello che mi ha dato più fastidio sono stati gli asini che vengono utilizzati per salire e scendere, sfinendoli all’inverosimile: per cui, se state leggendo questa guida e sceglierete di salire su un asino, vi troverò ovunque voi siate!

Arrivati in cima, si trova questo meraviglioso Monastero, il più grande edificio di Petra; a parte la giornata molto ventosa (copritevi il viso in tal caso) lo spettacolo merita la fatica; fortunatamente si trova anche una piccola zona di ristoro dove rifocillarsi (non prendete il caffè perché vi assicuro che è un’esperienza quasi esoterica).

Come ho detto, ci sono veramente molte cose da vedere, ma dovrete scegliere in quanto a meno che non siate dei maratoneti, non potrete riuscire a visitare tutto: chiaro è che l’essere comunque all’interno di Petra è già una gran fortuna.

Volendo esiste la possibilità, con un supplemento di vederla anche di notte, illuminata dalle candele.

Cena e nanna e altra alzataccia di nuovo validissima per il giorno dopo.

 

Giornata 4: Wadi Rum

Ci svegliamo e dopo colazione ci spostiamo di poco verso la zona desertica; passiamo la mattinata sino a pranzo con il gruppo, godendoci una parte di deserto per poi andare nel proprio campo tendato; noi in questo caso ci siamo discostati dal gruppo e abbiamo scelto una bubble all’interno della riserva (non particolarmente vicina alla zona dei nostri compagni di viaggio); ovviamente, avevamo avvisato prima, in modo che la guida si potesse organizzare: infatti, dopo aver lasciato il gruppo, il bus ci porta fino alle porte della riserva, dove veniamo “prelevati” da una jeep.

C’è da dire che prima di entrare in questa riserva, si passa per una sorta di tendopoli, non propriamente panoramica, ma comunque esperienziale, visto anche che ci siamo fermati a fare benzina dal probabile cugino dell’autista, attraverso una tanica e un imbuto mentre noi eravamo sopra il veicolo con il motore acceso.

Togliendo questo aspetto di sopravvivenza, e dimenticando che comunque la macchina si è fermata in mezzo al deserto, dopo aver capito a gesti che un’altra macchina (forse) sarebbe arrivata, arriviamo al nostro campo tendato, solo ed esclusivamente fatto di bubble.

Ora, dovete sapere, che se visitate la Giordania, nonostante la sua meravigliosa Terra, il turismo è ancora un po’ anni 80; la bubble che abbiamo prenotato, definita Luxury, assomigliava un po’ ad una grande Crystal Ball; innanzitutto, come ho detto, il vento forte non ha aiutato il giorno prima e di conseguenza la vista che avevamo all’interno della Bubble, era un po’ offuscata. La seconda problematica è che non c’era il condizionatore acceso: vi assicuro che alle 3 del pomeriggio, in mezzo al deserto, dentro a una bolla di plastica trasparente, non è esattamente una situazione piacevole.

In ogni caso, ci siamo goduti il panorama intorno, facendo due passi, in una distesa di sabbia rossa e altissime dune, circondata da roccia, tanto da sembrare di essere su Marte: non a caso, hanno girato diversi film, tra cui The Martian con Matt Damon.

Scegliamo di fare un’escursione al tramonto, dove ci lasciano del tempo libero in una zona rocciosa in cui si estende tutta la maestosità del deserto: un’escursione che consiglio vivamente.

Alla sera, restiamo nel campo, dove ceniamo e ci rilassiamo attorno al fuoco con un Narghillé!

La scelta della Bubble, era anche per poter godere del cielo stellato, altro incanto di questo luogo: la nostra fortuna ci ha assistito, regalandoci una notte nuvolosa.

Giornata 5: Mar Morto

Il mattino dopo, ci svegliamo facendo colazione e aspettando la macchina per la via del ritorno verso il nostro gruppo: ovviamente si sono dimenticati di farci venire a prendere e dopo non poche discussioni, visto che non avevamo un wi-fi per avvisare la guida e dovendo rispettare un orario.  (i Giordani fanno tutto con estrema calma) finalmente ci riportano al bus, abbandonandoci nella tendopoli; fortunatamente siamo riusciti a chiamare Joseph.

Così, una volta saliti anche noi, partiamo per il Mar Morto, all’interno di Hotel che ci ospita.
Probabilmente, se qualcuno, amante di cure e fanghi, decidesse di fermarsi qualche giorno per rigenerarsi, sarebbe una bellissima esperienza; a me personalmente non ha fatto impazzire, complice anche la giornata di poco sole, ma resta il fatto che comunque è un qualcosa da provare: dai fanghi sulla spiaggia, al divertimento di restare a galla (portatevi delle scarpe di gomma perché è facile non uscirne senza qualche graffio).

La sensazione di ritornare su dall’acqua è qualcosa di talmente divertente che non si può evitare di provare; vi do qualche consiglio: innanzitutto, vedrete, prima di partire, foto di gente che legge felicemente un libro come se nulla fosse. Io personalmente, sembravo una nutria impazzita che non riusciva a girarsi. Il secondo consiglio è che se avete la pessima abitudine come me di tenere un po’ la bocca aperta, vi consiglio di non farlo: lo stesso vale per non provare a guardare sotto l’acqua; la quantità di sale è estremamente elevata da non provocare reazioni semplici; restiamo sino al tardo pomeriggio a bordo piscina, accompagnati da un cocktail per poi ritornare ad Amman.

Giornata 6 e 7: Amman

Il tour in realtà finisce con il Mar Morto e la nostra amata guida ci saluta; con alcuni ragazzi del gruppo ci siamo mossi in diversi posti della capitale, visitando anche Al Salt in maniera autonoma (Jordan Experience offre diverse escursioni per quel giorno); ovviamente non potete evitare di fermarvi nel Souk e comprare la qualsiasi cosa (per questo vi dicevo di non perdere tempo con i negozi di souvenir: comprerete il doppio spendendo la metà).
Vicino, abbiamo visitato la Rainbow Street, la via più famosa di Amman.

Abbiamo anche dato del tempo alla Moschea Blu, dove seppur non potendo entrare, merita una visita.

Amman è una città grande e molto trafficata, ma facilmente percorribile per alcune parti a piedi e poco dispendiosa con i taxi o con macchine con autista da voi scelti; inoltre devo dire che sono un popolo estremamente gentile.
Carichi di bagagli e nuove immagini da ricordare, siamo ritornati in Italia in tarda serata.

 

Alcuni consigli utili:

-        Ricordatevi di essere in un paese tollerante, ma comunque Musulmano: non prendete in giro il popolo, il Re (a cui loro tengono tantissimo) e soprattutto la religione; rispettate le regole del Paese che vi ospita.

-        Bevete sempre da bottigliette d’acqua chiusa

-        Portatevi comunque qualcosa da mettervi addosso, soprattutto a Petra e nel deserto.

-        Scarpe comode e chiuse

-        Scarpette di gomma per il Mar Morto

-        Godetevi ogni attimo

Simone

GIORDANIA! UN VIAGGIO DA SOGNO